La Pieve di San Giorgio
Presentata dagli specialisti come uno dei punti di riferimento del romanico piacentino, essa é menzionata in due pergamene, datate rispettivamente 1223 e 1284, custodite nell’archivio parrocchiale. Il Campi, con riferimento all’anno 1296, ci fa sapere come allora, per volontà pontificia, fosse soggetta alla pieve di Castell’Arquato. Il tempio é caratterizzato dall’impianto basilicale a tre navate con altrettante absidi semicircolari e torre campanaria quadrangolare sull’estrema campata meridionale. La distanza fra i pilastri non é regolare: ne risultano campate di planimetria disuguale, soprattutto nelle navate laterali. Il tetto a capriate, oggi ripristinato, in periodo rinascimentale venne sostituito da volte a crociera. Tracce di questa soffittatura sono ancora riscontrabili nelle due navate laterali dove, nel paramento murario delle pareti, sono visibili i solchi degli archetti delle unghie e dove spiccano pure i peducci di sostegno in pietra. In particolare, in corrispondenza del fonte battesimale, a segnare l’archetto dell’unghia, provvede l’intonaco affrescato ancora presente.
Qui, tra decorazioni di gusto settecentesco – la data 1700 è visibile in corrispondenza dell’imposta d’arco – campeggia la scritta latina: <