Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano

Un viaggio tra fossili e paesaggi millenari

Il Parco dello Stirone si sviluppa lungo la valle dell’omonimo torrente per circa 14 km. Sin dagli anni ’50, le attività di estrazione per la costruzione dell’Autostrada del Sole hanno intensificato i fenomeni erosivi nella zona, svelando strati geologici ricchi di fossili.

Il termine “Piacenziano” si riferisce alle argille azzurre risalenti al Pliocene, un’era geologica compresa tra 5,3 e 1,8 milioni di anni fa. In quel periodo, terre oggi emerse come quelle piacentine erano fondali marini, abitati perfino da balene. Il Parco tutela nove aree, o “stazioni”, distribuite tra varie vallate e comuni del piacentino, ognuna con la propria particolarità geologica e paesaggistica.

L’area dello Stirone: natura e storia in equilibrio

Il paesaggio collinare del Parco dello Stirone è costellato di edifici storici, tra cui case torri, cascine e chiese, mentre il torrente Stirone ha scavato canyon dalle stratificazioni argillose risalenti al Pliocene e al Pleistocene. Qui, molluschi e crostacei fossili emergono dalle rocce, testimonianza delle antiche ere geologiche. L’area offre percorsi vita e punti di sosta per i visitatori, con accessi consigliati da San Genesio (in provincia di Piacenza) e San Nicomede (nel Parmense).

Falesie e calanchi fanno da sfondo ai borghi medievali di Castell’Arquato, Vigolo Marchese e Vigoleno, mentre la Val Chiavenna e i suoi vigneti offrono un’altra prospettiva sul paesaggio. Tra i luoghi di interesse culturale troviamo l’oratorio di San Genesio (Vernasca), fondato nell’Anno Mille, e la misteriosa ofiolite in località Pietra Nera, nel territorio parmense.

Per chi desidera approfondire la storia geologica della zona, il Museo Geologico di Castell’Arquato offre una ricca collezione di fossili, inclusi reperti unici come il cranio di balenottera.

Il Piacenziano e i calanchi: un paesaggio scolpito dall’acqua

La riserva del Piacenziano è celebre per la sua straordinaria ricchezza paleontologica, grazie all’abbondanza di fossili risalenti all’era Terziaria e Quaternaria. Ma ciò che più affascina i visitatori è il paesaggio modellato dai calanchi, solchi profondi che attraversano le rocce argillose, formando scenari suggestivi.

Tra le aree più spettacolari troviamo Monte La Ciocca (stazione 9), dove i calanchi rivelano in modo evidente il passaggio dalle argille grigio-azzurre alle sabbie giallo-ocra. Questo cambiamento riflette la ritirata del mare avvenuta durante il Pliocene, trasformando i fondali profondi in spiagge sabbiose.

Durante la primavera, il paesaggio si colora con la fioritura di ranuncoli, crochi e orchidee. Ma è la ginestra, con le sue vivaci macchie gialle, a illuminare i pendii alla fine di maggio.

Nel 1986, nella stazione di Rio Carbonaro (stazione 3), fu rinvenuto il cranio di una balenottera, ora esposto al Museo Geologico di Castell’Arquato. Da visitare anche la spettacolare Voragine di Montezago (stazione 4), nota come Buca della Balena, un canyon profondamente inciso nelle argille plioceniche. Non meno imponente è l’anfiteatro calanchivo di Monte Giogo (stazione 7), che domina il paese di Lugagnano con le sue creste dentellate. Un sentiero panoramico collega quest’area ai Monti Padova e Falcone (stazione 8), caratterizzati da creste alte e profondi solchi.

Per un’esperienza indimenticabile, si consiglia la passeggiata tra i vigneti e le pareti conchilifere di Rio Stramonte (stazione 5), un’immersione nella storia geologica del Piacenziano.

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siamo in alta val d’arda

L’Alta Val d’Arda è la parte appenninica della valle più a est della provincia di Piacenza, al confine con la provincia di Parma.
Ha l’irresistibile fascino del territorio da scoprire: uno scrigno di storia, arte, natura e sapori, per chi ama viaggiare lontano dal turismo di massa.

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